(tratto da Attraversò il vento nel silenzio di Pierre D’Essany)
Walter stava esplorando i confini della paura, nella terra dei Coreisciti.
Descrisse così l’evento:“Le parole sono il sasso nel lago. Le onde si perdono fino a consumarsi senza lasciare segni. Le parole sono ingannevoli, per questo il saggio le usa con parsimonia.
Il tempio delle parole fu il tempio del silenzio.
Poi venisti tu, e con te il terrore, e la morte non fu più amica.
Sei una creatura del limite, figlia della menzogna. Coltivi l’ambizione, il desiderio e i ricordi.Sei maestra nei circoli dell’esperienza.Conduci l’uomo nei vicoli del proprio miserevole destino, e gli offri poesia, arte e passione, religione e dei, guru e sacerdoti, stregoni e cartomanti per meglio esercitare il tuo incontrastato dominio.La fuga da te è una deriva nel fanatismo.Anche i sogni e gli ideali concepiti per combatterti finiscono nella tua rete, e sai adescare i potenti della Terra, primeggiando tra i malefici di questo mondo.
Ma tu pure conservi un segreto, che è anche il tuo limite. Se ti guardo con attenzione, se non ti fuggo, se ti cullo tra le mie braccia e osservo la tua essenza, io scopro il mistero. Se sto con te, se non mi allontano, se non cerco distrazioni ai tuoi tormenti, mi accorgo che non esisti.
Anche tu sei figlia del grande illusionista: il dio ego. Senza di lui non sei niente e le tue forme si disperdono in mille pianti a memoria della sofferenza dei vinti”.