Tratto dal libro “A Caccia di Caino”, di Pierre D’Essany
La cultura New Age, propria degli anni Settanta, ha introdotto in Occidente diverse nozioni riguardanti l’aspetto e il significato dei chakra. Nella letteratura tradizionale indiana e orientale, si fa ricorso, infatti, a diversi sistemi per descrivere i chakra. Questo ha prodotto come conseguenza l’impossibilità di avventurarsi nell’intricato studio dei centri vitali del corpo senza incorrere in possibili confusioni o inevitabili semplificazioni. Il chakra è un’icona tesa a rafforzare il concetto della sussistenza di nodi vitali
che interagiscono con i corpi sottili, quali segreti intermediari tra il visibile e l’invisibile. Ma se ci disancoriamo dai sette chakra propri delle antiche tradizioni orientaliste, e di cui positivamente fruiscono i cultori di scienze mediche alternative, come l’agopuntura, per riportare invece il nostro io nella sfera dei tre centri fondamentali, la mente, il cuore e il bacino, saremo anche capaci di
individuare meglio i vari punti di osservazione della realtà e di intercettare il portale attraverso cui interpretare i fenomeni.
Un’operazione di sintesi finisce per diventare uno strumento di lettura efficace e coerente. Ai tre centri vitali attribuiremo il significato comune, noto a tutti, per cui la mente è la sede dell’elaborazione degli eventi, il cuore il luogo dei sentimenti e delle passioni, il bacino lo snodo dei desideri e degli istinti. Il cerebrale, il sentimentale o passionale, l’istintivo sono note categorie umane iscritte nei manuali di psicologia, ma le accezioni sono entrate di forza nell’immaginario collettivo quale risultato di una logica evidenza.
Per comprendere il significato dei nodi vitali è necessario avere uno sguardo d’insieme della vita intesa come piano di esistenza a noi conosciuto. Non si intende qui ovviamente ripercorrere sentieri già battuti dalla scienza esoterica, poiché ritengo che più illuminati interpreti abbiano già regalato sapienti informazioni al riguardo. Il tentativo è di sigillare in pochi concetti il risultato di indagini antiche, di conoscenze che resistono al tempo. Ermete Trismegisto è uno dei grandi maestri dell’umanità. La tavola di Smeraldo costituisce l’essenza dei suoi insegnamenti. Entrare nel profondo delle intuizioni ermetiche è la rivelazione di una conoscenza che ha preceduto la scienza.
Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della cosa una. E poiché tutte le cose sono e provengono da una, per la mediazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento. Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre, il Vento l’ha portata nel suo grembo, la Terra è la sua nutrice. Il padre di tutto, il fine di tutto il mondo è qui. La sua forza o potenza è intera se essa è convertita in Terra. Separerai la Terra dal Fuoco, il sottile dallo spesso dolcemente e con grande industria.Sale dalla Terra al Cielo e nuovamente discende in Terra e riceve la forza delle cose superiori e inferiori. Con questo mezzo avrai la gloria di tutto il mondo e per mezzo di ciò l’oscurità fuggirà da te. È la forza forte di ogni forza: perché vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida. Così è stato creato il mondo. Daciò saranno e deriveranno meravigliosi adattamenti, il cui metodo è qui. È perciò che sono stato chiamato Ermete Trismegisto, avendo le tre parti della filosofia di tutto il mondo.
Tutto ciò che è diviso, dunque, ha una sola fonte. Tutto ciò che ci appare, lo possiamo moltiplicare su infinite scale, adattandolo ai vari piani d’esistenza. Non c’è niente in noi o fuori di noi che non si riproduca sui diversi livelli di rappresentazione della realtà. Quest’intuito ci consente di viaggiare tra i segreti dell’universo con leggerezza e stupore, senza dover ricorrere ai risultati di grigi esperimenti sulla velocità della luce! Se si adattano, infatti, questi principi ai tre centri fondamentali del nostro io, non è difficile riproporre questa tricotomia su una moltitudine di livelli. Il nostro pianeta è necessariamente dotato anch’esso di tre centri vitali fondamentali invisibili all’occhio umano. Il Nord, individuato dall’Artico alle nazioni sottostanti, corrisponde alla testa, il Sud, Antartico e nazioni sovrastanti, al bacino, le nazioni di mezzo, invece, al cuore. Non sfuggirà il dato incontrovertibile che i paesi nordici tendono ad esaltare doti di programmazione, ordine, produzione, analisi logica degli avvenimenti e, che, prevalentemente, gli abitanti di questi luoghi hanno caratteristiche di distacco e self-control che attengono ai centri della mente. I latini, al contrario, sono mossi prevalentemente dalle passioni del cuore, le popolazioni tribali dagli istinti del bacino.
Ma la stessa suddivisione del pianeta nei due emisferi, Occidente e Oriente, altro non è che l’individuazione dei due lobi del cervello che rispettivamente governano la mente e il cuore. Nel mio racconto Attraversò il vento nel silenzio, il protagonista, Giorgio, si imbatte durante un viaggio in Vietnam in un quaderno scritto a mano. L’autore, tale Walter, descrive un cammino iniziatico attraverso i vari luoghi del pianeta. Si riporta fedelmente un frammento della narrazione che descrive in maniera suggestiva il concetto: Cara Monica, questa lettera spero di consegnartela di persona, forse domani o al più presto possibile. Stanotte ho letto più della metà del quaderno che grazie a te ho potuto avere nella mia cella. Ho terminato la parte che riguarda il viaggio di Walter. La storia dei suoi viaggi è la rappresentazione esteriore di un percorso interiore. Non mi aveva mai sfiorato l’idea che il nostro Pianeta potesse coincidere con la geometria del nostro corpo, individuato non solo come dimensione anatomica, ma come laboratorio alchemico, laddove l’essenza frammentaria e dualistica dell’esistenza trova la sua deriva nella separazione tra mente e cuore. Ho scoperto che nei suoi viaggi in Occidente Walter osserva la parte sinistra del cervello, quella delle rappresentazioni logiche, del raziocinio, della programmazione, dell’efficienza. In Occidente il cervello esalta le virtù teoriche ed intellettuali, risolvendo apparentemente i conflitti nella pianificazione degli eventi attraverso un’analisi che proviene dall’esperienza. Qui Walter osserva il fenomeno della mente che mente e smaschera l’illusione del laicismo materialista. In Oriente invece si incontra con la parte destra del cervello che risolve la paura attraverso le immagini degli dei e dei paradisi dell’aldilà. Qui albergano la fantasia, le ispirazioni, le leggende, i poeti del dolore, e i popoli trovano una soluzione alla sofferenza nei miti transilluminati della reincarnazione e dell’occultismo mistico. Il Sud invece è il culo del mondo, con il desolato Antartico che rappresenta la solitudine di un’esistenza vuota e senza confini. Nel Sud i popoli sperimentano istinti primitivi e vuoti sentimentalismi per deviare nelle passioni terrene pensieri riciclati dal passato. Qui la mente non ha mai interrogato se stessa, vittima di feroci e violente adorazioni. Poi Walter giunge al Nord, da dove era già passato all’inizio del suo viaggio, e ritrova la diversità, osserva l’essenza, riconosce l’unità. Qui Walter incontra Walter, la vittoria dell’altro, la fine di ogni umano desiderio, la rivelazione del mistero…
I tre chakra, dunque, rappresentano la sintesi di una dimensione cosmica che coinvolge anche il nostro pianeta e i suoi abitanti. La separazione degli elementi, dovuta al mistero della caduta, ne ha determinato la frammentazione. L’esperienza comune ci insegna che quanto più bilanciate sono le componenti vitali dell’organismo vivente, tanto più si vive in equilibrio. Un eccessivo sbilanciamento di alcuni fattori a detrimento degli altri produce malattie, disarmonia, e anche squilibri psichici. Un’attenta osservazione ci consente di affermare che generalmente in ogni personalità prevalgono due dei tre nodi vitali, ovviamente attraverso un decrescente proporzionale che non esclude totalmente il terzo. In una personalità votata soprattutto al soddisfacimento degli istinti, con forti pulsioni sessuali, amante del cibo e del godimento, ma contemporaneamente incline al sentimentalismo, alle passioni, prevalgono senz’altro il chakra del bacino e quello del cuore, a detrimento del chakra della mente. Soggetti dediti a professioni intellettuali agiranno soprattutto con il chakra della mente, alle cui potenzialità si uniranno il chakra del cuore o del bacino, secondo le proprie inclinazioni. Questo poi determinerà una ricerca di compensazioni nelle relazioni umane. Non è raro vedere persone particolarmente sensibili, sentimentali, e parimenti accompagnate da una dose di forte istintualità unirsi a personalità dal forte accento cerebrale. Di qui si potrebbe sviluppare anche un trattato sulle relazioni di coppia in rapporto alle compatibilità. Sempre a testimonianza di come un fenomeno possa adattarsi a vari livelli di rappresentazione della realtà, si pensi all’evoluzione dell’uomo e alla sua storia. Non sarà difficile scorgere nelle varie fasi dell’evoluzione umana il prevalere di taluni aspetti rispetto ad altri, a dimostrazione del fatto che anche l’io collettivo, individuato nelle varie fasi della storia, soggiace alle stesse leggi di questa natura.
I tre chakra dunque sono separati. Questa è la fotografia della realtà. Il conflitto tra i vari elementi produce squilibrio. Il conflitto è la causa di guerre interiori ed esteriori. Ecco perché gli antichi teosofi affermavano: «non sarà mai possibile sconfiggere la guerra, se prima non risolviamo le guerre che portiamo sotto il nostro cappello!».
Solo il viaggiatore dell’anima potrà ricondurre a unità i tre elementi, restituendogli la dignità originaria. Ecco perché uno e trino! Queste considerazioni risulteranno essenziali quando poi affronteremo il tema della civiltà terrestre e delle razze che la compongono.